7 novembre 2019
Non sono un secessionista e non mi piace la mancata collaborazione. Ma c’è un limite a tutto. Leggere che il Veneto aiuterà la Calabria a riorganizzare la Chirurgia, mi fa letteralmente rabbia. Ma perché, non è la classe medica calabrese in grado di farlo da sola? Spendere, poi, risorse ingenti per pagare questi “professori” calati dall’Olimpo, per insegnare come si mette su un settore così delicato della Sanità, diventa offensivo e soprattutto inutile. Ma chi ha deliberato questo oneroso “aiuto di Stato” è a conoscenza che la maggior parte dei chirurghi che lavorano nel bel Veneto (non a caso gli abitanti sono chiamati “terrun del nord”) è originario di una delle regioni del Sud, Calabria in primis? Al Ministero lo sanno che i chirurghi calabresi, senza esagerare, sono dei veri e propri eroi quando entrano nelle nostre sale operatorie? Lo sanno che abbiamo fior di bisturi? Non voglio dimenticare qualcuno, perchè sono in tanti, ma chi ha dimenticato il grande Franco De Maio? Ed i suoi allievi Riccardo Mazzitelli, Mimmo lacopino, Pietro Cozzupoli, Salvatore Costarella, Pino Ambrogio, Peppe Pavone, che passano con grande successo le loro giornate al tavolo operatorio? Per citare solo quelli di Reggio, ma altrettanti ve ne sono a Catanzaro, Cosenza ed in ogni dove. Sono tutti valentissimi chirurghi sempre al passo coi tempi, tanto da essersi specializzati, alcuni, nella robotica. Addirittura a Reggio per opera di Domenico Veneziano è stato brevettato un simulatore di intervento con la robotica che richiama operatori da tutte le parti del mondo. Medici che si sono dati anima e corpo all’arte più nobile, dettando legge nel mondo variegato della Chirurgia che devono, ora, essere “ammaestrati” da chi ritiene di essere più bravo, solo perché ha un tenore di vita migliore, solo perché non ha da lottare contro una mentalità becera che vuole a tutti i costi indicarci al pubblico disprezzo, perché incapaci. Certo, se vai al Nord ti accolgono vallette in divisa, ti offrono sorrisi a perdere, ipocriti quanto mai, prezzolati, ma quando entri in sala operatoria – spesso – chi ti opera è un tuo concittadino che è stato costretto ad emigrare o che ha voluto vivere sicuramente meglio. Lì il politico, padrone degli ospedali, delle Asp, degli uffici, neppure lo conoscono. Qui, imperversa. Qui non si manda avanti chi sa fare, ma chi è mediocre. Perché non fa ombra. Qui è bravo chi corrompe, lì è furbo. Qui se qualcuno non presenta i bilanci non lo mandano a casa, lo premiano. Sempre gli stessi. Questo cambia le cose e le valutazioni. Una cosa è la Medicina, in mano ai medici, che danno l’anima e sono ricambiati solo dalla riconoscenza degli ammalati; altra cosa è la Sanità in mano ad una politica corrotta, a commissari che non hanno nulla a che vedere e da burocrati che fanno il bello ed il cattivo tempo, tagliando i viveri alle strutture che funzionano ed aiutando i mafiosi a inventare di sana pianta, strutture inesistenti, che risultano accreditate come fossero di prim’ordine. Tutto questo penalizza il sano ed aiuta il marcio. Tutto questo fa giustificare artatamente gli interventi ad adiuvandum per organizzare un settore, come la Chirurgia, a suon di centinaia di migliaia di euro, che, come al solito, pagherà la Calabria in termini di minori risorse per i cittadini. E se oggi i calabresi sono costretti a pagare le prestazioni mediche, nessuno parla e Pantalone paga. Aggiungo che le cliniche pubbliche e private del Nord drenano i pazienti allettandoli anche col pagamento delle spese di viaggio, faccendieri raccolgono le provette prelevate in luoghi non autorizzati, anche per esami prenascita, per inviarle in studi del Nord, i cittadini emigrano anche perchè, paradossalmente, la Regione in Calabria non rimborsa mentre fuori regione, si. Insomma un vero e proprio caos calmo, ahimè, perchè tutto tace e solo poche voci si levano a difendere questa Terra sempre più abbandonabile ed abbandonata. In tutto questo la Magistratura tace, non interviene, eppure le notizie criminis non mancano, (ci sono le mie denunce). La Regione non esiste ed il cittadino, dorme. lo, no. Per dimostrarlo presenterò il 10 gennaio le innovazioni, prime in Italia, realizzate a Reggio. Città del Sud che arriva in alcuni settori della Sanità, prima del Nord. Chissà che non mi chiamino ad organizzare qualche regione del Nord?