Anche la politica ha un cuore

12 gennaio 2014

Anche se spesso lo dimentichiamo. Non solo, ma conosce anche la solidarietà. Quella che fa stringere, attorno ad un compagno di viaggio politico amministrativo, un’intera compagine, quando un evento luttuoso lo colpisce. È il senso della vita che si risveglia e prende il sopravvento su ogni altra cosa. È quella condizione umana che rende fratelli in guerra come in pace, nella buona come nella cattiva sorte. È quella empatia che unisce ricchi e poveri, belli e brutti. Per dirla con il filosofo francese Edgar Morèn, è quel coraggio, che forse non abbiamo, ma che ci inventiamo sul momento, quando affrontiamo assieme ad altri, un alto rischio. Era il caso delle prime linee nelle battaglie, dove la morte era facilmente in agguato, ma le si correva incontro senza timore. L’uomo e la morte, un libro del grande filosofo della complessità, i cui contenuti conosciamo senza, magari, averlo letto. Perché ci appartengono. Naturalmente. Se poi consideriamo l’amicizia, quella vera, quella che ti fa ancora di più condividere le linee della vita: quelle diritte ma soprattutto quelle curve, il connubio diventa addirittura emozionante. Quante volte ci siamo ritrovati con gli occhi lucidi davanti al televisore, nell’assistere a rappresentazioni sceniche, che ben sappiamo inventate, ma che riconducendoci a fatti realmente accaduti a noi o a persone cui siamo affezionati, ci emozionano a tal punto? Quando a colpire uno di noi è la perdita della Mamma, la condivisione del dolore è totale. Le condoglianze sono vere. Non di prassi. E lo sono tanto di più quanto il legame della mater familias sia stato forte con quanti la conobbero. Abbiamo sentito forte l’esigenza interiore di varcare la soglia della stupenda Chiesa del Crocefisso di Palmi. Risalente al milleduecento, rappresenta una testimonianza dell’austera cultura del centro pianigiano e del culto che i monaci, che la costruirono, avevano della morte. Si ricordava con le centinaia di amici e parenti la scomparsa, avvenuta un anni fa, della signora Francesca. Donna esemplare la cui sofferenza, sopportata con aristocratica serenità, ci ha segnato ed insegnato. Ci siamo stretti, tutti, al coniuge avvocato Francesco ed al figlio Giuseppe. Una famiglia, quella dei Saletta, che molto ha fatto e fa per la comunità, dedican200 dosi senza limiti al bene comune. E non è difficile comprendere chi abbia disegnato ed indicato la via da seguire per il bene comune e disinteressato. Anche la politica piange. Si commuove. E si arresta con profondo rispetto davanti alla Morte. Grazie, per esserci stata accanto signora Francesca, a Lei ed a tutte le Mamme. Dei politici e non. Cosa possiamo fare se non dedicarle, con l’affetto di chi è o è stato figlio, le stupende parole in vernacolo del grande poeta Ginestra, che per uno strano gioco del destino, si chiama proprio come suo figlio?

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