25 febbraio 2011
Tutte le volte che cerchiamo di alzare la testa, ritrovando la dignità di un Popolo, si alza il dotto di turno per cercare di affossarci. Ieri, attraverso le pagine di un noto quotidiano nazionale, una firma che dovrebbe essere di livello, quella di Gian Antonio Stella, ha voluto additare la nostra città, quale centro incolto che non sa valorizzare un bene inestimabile come i Bronzi di Riace. Maldestra, a suo dire, la decisione di trasferirli dal Museo della Magna Grecia al Palazzo della Regione, durante i lavori di restauro. Nell’intento di dimostrarlo, Stella si lascia andare, in verità, durante una trasmissione televisiva, ad espressioni denigratorie quali quelle, secondo le quali, a Reggio non ci sarebbe altro da vedere se non i Bronzi. E che, comunque, il numero dei visitatori, nella nuova provvisoria sede, non raggiunge neppure quelli dello zoo di Pistoia! Colorite quanto false affermazioni. Non sappiamo quale sia l’intento della penna del Corriere. A noi piace costruire non denigrare. Perché continuare a dare addosso a questo estremo lembo di terra italiana? Perché scoraggiare chi vorrebbe venire ad ammirare, quanto meno, l’unicità dei Guerrieri? Il trasferimento dei Bronzi, dal Museo al Palazzo dei calabresi, è stata ed è, una conquista della società civile reggina. L’unico modo di scongiurare un ulteriore scippo alla città. Noi che ne siamo stati gli antesignani, rivendichiamo ancora una volta il diritto di Reggio a non essere privata di qualcosa che le appartiene di diritto. Duecentomila visitatori non sono poca cosa. Reggio ha saputo gestire bene questa temporanea ricollocazione. Ha consentito a molti di assistere ai lavori di restauro. Ha fatto conoscere le statue a studenti, cittadini e turisti, senza neppure pretendere un minimo biglietto d’entrata. Cosa avrebbe dovuto fare di più? Lasciarseli portare via, magari, per mai più rivederli? Eh no, caro GianAntonio, se da queste parti non arrivano turisti non è certo per la mancanza di cartelli indicatori sulla collocazione dei Bronzi, ma per la pessima gestione politica italiana, di destra e di sinistra, della questione meridionale. Di quella questione che si concretizza, al di là dei paroloni, con i costi dei biglietti aerei, con la vetustà dei treni e delle linee ferroviarie, con gli interventi sull’autostrada – una volta detta del Sole – che servono solo ad arricchire le imprese del Nord con inutili quanto costosi lavori di pseudo ammodernamento. Perchè non parla di questo, dottor Stella? Perché non fa i nomi, Lei che li conosce, su, chi dobbiamo ringraziare per gli estremi disagi, quando non impedimenti, che siamo costretti a subire ormai da decenni (e chissà quanto ancora dureranno) per spostare anche di pochi chilometri nella nostra terra? Per lavorare, studiare, soccorrere… in poche parole muoversi? Come vuole che si venga a vedere le statue di Riace, se per farlo si para davanti un vero e proprio percorso ad ostacoli? Ci vuole davvero una faccia di bronzo, per attribuire responsabilità all’incultura reggina!