1 settembre 2010
I ritmi frenetici della vita di oggi, quelli che ci fanno lavorare, studiare, vivere con l’agenda elettronica sempre a portata di mano, si arrestano come per un impegno assunto, vita natural durante, il secondo sabato di settembre: l’appuntamento è stato fissato il giorno stesso della nostra nascita. Per noi reggini l’incontro con la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione non è un dovere (o almeno non dovrebbe esserlo), ma un impegno sancito dal solo fatto di essere nato sulle rive dello Stretto. Le leggende, scritte, ma più spesso tramandate oralmente, parlano di tanti miracoli che hanno visto la Nostra Signora levare il Suo sguardo benevolo verso una popolazione afflitta da terremoti, invasioni e pestilenze. Ognuno, credente o no, è naturalmente libero di credere. Ma un fatto è certo: quando ti trovi ad aspettare quel quadro che hai visto mille e mille volte, prima bambino, poi uomo, sul ciglio della strada, il suo arrivo ti scuote, ti fa venire i brividi… e ti commuove. Nel 1577 la Madonna parlò, secondo la leggenda, ad un umile frate per annunciare la fine della pestilenza. lo credo che la Signora di Reggio continui a parlare con ognuno di noi. In buona sostanza, la Patrona è in ognuno di noi. La riconosciamo soggettivamente. Le parliamo e la ascoltiamo: molto più spesso non seguiamo i Suoi consigli. Con molta onestà, noi siamo uno strano popolo. Forse le dominazioni che si sono susseguite arabe, normanne, sveve, angioine, aragonesi hanno determinato un miscuglio di caratteri ereditari che hanno codificato per una popolazione dal carattere irrequieto, non incline al bello e soprattutto dedito all’invidia ed alla mediocrità. Questo sentire largamente diffuso non impedisce però, di avere grandi positività. Spesso aggredite e vilipese. Pur tuttavia, la città è capace di grandi slanci di benevolenza, di grandi conquiste collettive. Una di esse è il culto della Madonna. La processione, al di là del fatto meramente religioso, è un momento vero di aggregazione. Ti ritrovi. Anche col tuo nemico e spesso, gli sorridi. Il vero problema è che tale aggregazione “magica” non dura che il tempo della processione! Se la Madonna della Consolazione decidesse un giorno di farsi ascoltare da tutti indistintamente e nello stesso momento sono certo che direbbe di trovarsi in una delle più belle città della terra: baciata da mare e sole e ci imporrebbe, sia pur benevolmente e col sacro sorriso sulle labbra, di smetterla di lottarci l’un l’altro, di rispettare le leggi dell’uomo, di favorire il vero merito, di lasciar perdere gli atteggiamenti mafiosi, le arroganze e le illegalità spesso usate per raggiungere effimeri beni terreni. Così come ci “pregherebbe” di voler più bene al posto che Dio ci ha regalato rispettando luoghi, natura e manufatti umani. Una raccomandazione la farebbe anche perché si tutelino malati, bisognosi e deleritti di cui spesso, troppo spesso, ci dimentichiamo. La Madonna non può essere contenta di quello che vede quando attraversa la città. Troppe ingiustizie, troppe tracotanti sopraffazioni, troppe illegalità. lo mi auguro che si ripeta il miracolo del 1577. Che decida amabilmente di parlare al più umile fraticello per annunciargli la fine di questa pestilenza civile che fa sì che Reggio non sia quello che invece tutti vorremmo che fosse. Realmente, e non nell’immaginario di qualche illusionista di turno. C’è un intero popolo, quello della processione e non solo, che è capace di aggregarsi e ricostruire. Attorno e sotto l’ala protettrice della Santa Patrona. Io ci credo. E spero.