11 dicembre 2007
La ricordate questa bella poesia di Giuseppe Giusti? Parlava dei soldati Boemi invasori dell’italico suolo che commossero il Poeta, colti nell’atto di intonare il Coro dei Lombardi di Giuseppe Verdi, nella Chiesa di Sant’Ambrogio in Milano. Una sorta di sentimento emotivo ed empatico che rende l’uomo cosciente della fratellanza tra esseri viventi, quale che sia l’ingrato compito loro imposto dal ruolo, dalla necessità, dal caso, dai prepotenti di turno. Riecheggiano nella mia mente, quei versi che si materializzano nella visione dei ragazzi sedotti ed abbandonati ai giorni nostri. Con una divisa austroungarica i primi, con quella dei Vigili Urbani i secondi. Provo una grande amarezza. Un senso di solidarietà. Tale e quale quella che stava facendo abbracciare il nostro poeta ad un soldato nemico. Nemico non cosciente, ma obbediente ad un ordine di cui non sapeva né origine, né scopi. Al contrario, la mia solidarietà è per persone che, spinte da un evidente stato di necessità, sono state costrette ad accettare una battaglia contro la legittimità, la logica, la decenza. Quando si vince una battaglia di legalità ci si compiace. Questa è una di quelle volte che sul compiacimento prendono il sopravvento l’amarezza e la rabbia. L’amarezza perché 110 giovani soffrono e si ritrovano con un pugno di mosche in mano. La rabbia perché è d’obbligo, anche se pleonastico, dire: io l’avevo detto! Dunque, siamo giunti, a quanto pare, all’epilogo di una brutta vicenda. Da due giorni in Città non si vede più l’ombra di un vigile urbano, ultima generazione. Sciopero, epidemia? O molto più semplicemente, un ravvedimento operoso? O ancora più verosimilmente, un intervento di chi avrebbe dovuto agire molto ma molto prima, l’autorità giudiziaria, che solo ora avrebbe messo fine ad un proditorio atto di una Amministrazione a caccia solo di voti, anche sulle spalle di 110 giovani usati esattamente come i soldati austroungarici: strumenti ciechi d’occhiuta rapina, per l’appunto! Non l’avevo detto a gran voce, assieme a tutto il centro sinistra, ai movimenti – come Ethos – al sindacato, che il danno più grave, nell’assumere col truccodella cameriera, quei giovani, mettendogli addosso una cadente divisa, non meritata in alcun modo, si sarebbe fatto loro un danno immenso? Che si sarebbero prima illusi e poi irrimediabilmente frustrati? Che non era possibile creare dal nulla agenti di Pubblica Sicurezza? E adesso? E adesso ve lo dico io, con la franchezza di sempre. Adesso, si darà la colpa a Lamberti, al centro sinistra, alla stampa che con il loro can can hanno la responsabilità di aver sollevato il problema. Le manovre sembrerebbero già iniziate (il condizionale è d’obbligo). Pare siano stati convocati dal Sindaco, più votato nella storia della città per evidenti benemerenze, i giovani, per comunicare loro che il contratto non potrà essere rinnovato per… sinistri motivi! Al di là delle inevitabili e giuste polemiche, qui bisogna vedere come riparare al misfatto. Non è facile. La Legge non ammette deroghe. Ora come ieri. Posto che la mia posizione non si sposta di una virgola, perché è suffragata dalla Legge e dalla Logica (solo Caligola poté nominare imperatore il suo cavallo), tuttavia mi metto nei panni di quelle 110 famiglie che ritenevano di aver risolto un problema scottante: il posto di lavoro! Vorrei aiutarle, legittimamente, ma non come capo dell’opposizione – perché incompatibile – ma come uomo e come imprenditore di questa città. Lancio un appello alle forze sane di questa nostra martoriata città. Ieri, città del divertimento, oggi del dolore civico. Si facciano avanti 110 liberi imprenditori, tramite il comando dei Vigili Urbani, e diano la disponibilità ad assumere un ormai ex vigile tra i propri collaboratori. Avanti, sulla via della solidarietà e della legalità. lo mi metto subito in lista. Oggi stesso. E non sono in campagna elettorale, né lo sarò mai più.