28 settembre 2006
Imperano in due: Lui e La paura di perdere le elezioni! Chiariamo subito un punto. lo non faccio parte del Partito del NO, ammesso che esista. Immagino una Città gradevole, per chi vi abita e per chi vi giunge. Sogno un lungomare pieno di lidi frequentati dai nostri giovani e da molti altri che provengono da tutte le città del mondo. Una via sul mare, dove insistono numerosi e illuminati alberghi nati dagli edifici, oggi, scuole ed uffici. Sogno una, due, tre notti bianche che attirino voli charter e treni speciali e che facciano entrare a Reggio risorse fresche in tutti i negozi del centro e della periferia, da Catona a Bocale e fino a Gambarie. Penso alla Città bella e gentile, che ama i suoi anziani e da loro trae spunto per innovarsi. Ipotizzo un sereno dibattito, anche tra chi non la pensa come chi è al potere. lo amo la Pace, non la Guerra. Temo, solo per un attimo, alla querelle con il Presidente della Camera di Commercio. Sull’appellativo di Don, il direttore di RTV si è espresso in maniera autorevole e chiara: non è mio costume offendere chicchessia, né appioppare epiteti. La similitudine col famoso Don Natale dei Pupi avrebbe dovuto far capire l’ironia benevola e null’altro. A meno che, a meno che… la cosa non sia giovata a tentare di far scadere la pesantezza dell’accusa. Quella sì, seria, grave e pesante. Che reitero, e con forza! Nessuno, dico nessuno si può permettere di offendere la mia intelligenza né quella dei reggini (almeno quelli scevri da blindature ideologiche o economiche): nessuno mi convincerà mai che l’ormai famosa notte bianca reggina abbia portato nelle casse di Reggio (si badi bene di Reggio) 6 milioni di euro! È da molti lustri che non credo più né alla cicogna, né alla Befana. Forse, alcuni commercianti, quelli del Centro – più che altro bar, paninoteche e benamati venditori di salsicce, avranno incassato parecchio (e ne sono contento), ma quell’incasso altro non è che economia di giro, cioè euro che sono passati dalla tasca di reggini ad altri reggini. Nulla di nuovo e fresco, nessun euro extra-cittadino è entrato nell’economia della città. In estrema sintesi, lo ripeterò fino alla nausea, Reggio non si è arricchita: il suo PIL è negativo. Siamo più poveri di oltre 14 miliardi di cui molti spesi in donnette, canzonette e personaggi, che se volete veramente identificare vi basterà cliccare il loro nome sui motori di ricerca internet; troverete che, tra i consulenti del Sindaco (quelli occasionali), ce n’è qualcuno, dichiarato di sua fiducia, che ha al suo attivo condanne e sentenze per spaccio di stupefacenti, evasione fiscale e truffa. Ecco quello che troverete! Lo denuncio, lo denuncio, con voce chiara e ferma, senza tentennamenti, né paure. E non si sforzi signor Sindaco, a dire e far dire dai suoi cortigiani, vil razza dannata, per dirla con Giuseppe Verdi, che io le faccio opposizione, perché ho una gran voglia di prendere il suo posto. Ho già detto che, se anche fosse, Lei dovrebbe inchinarsi al voto della gente e soprattutto tutto le sarà concesso, meno che scegliersi il suo avversario. Ma stia pur certo che il centro Sinistra, se smette di sostenerla, come sta facendo, con qualche beneficiato dalla maggioranza per fatti personali, ha una serie di nominativi di alto profilo, pronti a riprendere la città dove l’ha lasciata Italo: da Gianni Pensabene a Demetrio Naccari, da Rubens Curia a Nuccio Barillà e tanti altri ancora. E questo non le fa dormire sonni tranquilli. E la smetta di andare presso le televisioni a Lei sottomesse, utilizzando anche spazi riservati allo sport, tra compiacenti ammiccamenti, per lanciare improperi e riversare livore. La gente vuole fatti. Concretezza. Le sue critiche al tempo che fu, cadono come pere marce e si annullano da sole: è lacrimevole andare a dire che l’unica cosa che ho saputo fare da Assessore alla Polizia Municipale è stata quella di cambiare il senso di marcia per far passare la gente dal mio Istituto: perché non ha annullato il provvedimento quando è diventato Sindaco lei? In estrema sintesi. Questo modo di governare è tipico di chi vuole solo consensi, anche se sbaglia. Cercare di far tacere la Stampa, non di regime, è sempre stato un tentativo di chi, dispoticamente, detiene il potere. Un Sindaco, che vuole essere rieletto, non ricorre a feste super costose, compiacenti dichiarazioni, false statistiche e demonizzazione dei potenziali avversari. E neppure alle minacce di rivelare chi era d’accordo sui tapis roulant prima, e ora non li vuole: sa una cosa, dr. Scopelliti, in Italia vige la Libertà, anche quella di cambiare idea.