13 aprile 2006
Da quando, nel Maggio del 1998, obbedendo ad una forte esigenza civile, mi avventurai nella non facile impresa televisiva di Reggio tv, non passa giorno senza che mi vengano attribuiti meriti e demeriti di quanto attraverso il piccolo schermo cittadino giunge nelle vostre case. Quasi come se tutto venisse vagliato dal sottoscritto. Dalla notizia del telegiornale fino addirittura al commento calcistico. Per non parlare poi del mancato servizio a questo o quel convegno. “Le tue telecamere non sono venute… ci hai snobbato e via di questo passo con l’amara conclusione che – senza averne contezza né tantomeno responsabilità diretta – vengo, per così dire, condannato in contumacia per il reato di… indifferenza convegnistica! Reato perseguibile a norma del codice della pseudo amicizia che prevede la pena del non-saluto! Ora, è ben evidente che – quando il tempo tolto alla professione che più amo – che è quella di Medico – me lo consente, con piacere esercito il mio ruolo in televisione: mi confronto con il direttore, con i giornalisti. Discuto. La cosa che non faccio è quella di dettar Legge! Capisco che è difficile da credere e non pretendo che lo si creda, ma mi affido ai fatti ed all’intuito personae che ai miei concittadini non manca. Si può mai credere che con tutti gli impegni professionali che dominano la mia giornata io possa controllare i servizi del Tg, inviare le telecamere, leggere i giornali, vagliare i contenuti delle trasmissioni e chi più ne ha, più ne metta… certamente no! Personalmente mi limito a tracciare la linea editoriale e spesso, come in questo caso, in maniera postuma. Quasi ad apportare una specie di correzione di rotta che, proprio per l’assoluta libertà con la quale operano i giornalisti di Reggio TV, talvolta si rende necessaria perché non si travasi il mio pensiero, non come editore, ma addirittura come libero cittadino. Si creda o no, io il Tg lo vedo esattamente quando lo vedete voi! Tante volte, addirittura dopo. Soprattutto quando gli impegni istituzionali mi tengono fuori Reggio. Accade così, è il caso di ieri, che uno dei giovani giornalisti – tra i più accreditati peraltro, si sia lasciato andare ad una forma di giornalismo che non appartiene a RTV e men che meno al sottoscritto. Il pezzo traeva spunto da un’intervista apparsa sul nuovo quotidiano Calabria Ora, ma ne travisava totalmente il contenuto. Infatti, mentre confermo rigo per rigo quanto riportato con fedeltà e rigore dal caporedattore reggino Danilo Chirico, non posso non rettificare quanto “il mio” articolista mi appiccica addosso. La questione riguarda le prossime consultazioni amministrative ed il mio ruolo in esse. Vero è che sto predisponendo una forte lista per le Provinciali e lo faccio per portare il mio contributo ulteriore, assieme a personalità di spicco, al partito democratico ma non risponde ai requisiti minimi della credibilità la circostanza che io mi sia candidato a Sindaco della Città. Men che meno è vero che io possa e voglia usare frasi che vorrebbero “mandare a casa” l’attuale inquilino di Palazzo San Giorgio. È stucchevolmente nota la mia fiera opposizione al governo di questa città, ma non rientra nel mio stile un frasario siffatto. Non ho dato alcuna disponibilità a chicchessia. Ho chiaramente espresso il mio parere secondo il quale per fare il Sindaco è necessario prima di tutto il consenso del popolo che passa attraverso quello dei Partiti politici. Ho detto ancora – pregasi leggere il virgolettato apparso sulla pagina 27 dell’Ora – che sono stato chiamato più volte a servire la città che mi ha dato i natali e che se sarò chiamato, risponderò. Nessuna autocandidatura è oggi possibile per chicchessia. Dovrà essere la gente a scegliere ben sapendo che le prerogative del prescelto saranno imprescindibili dalla correttezza, dall’amore per la città e soprattutto dal disinteresse personale se non per il bene pubblico. Ma la cosa più importante è capire che non si può governare la città da soli. Una grande alleanza di uomini, partiti e popolo è necessaria. Non invochiamo Falcomatà: uomini come Lui sono irripetibili. Ispiriamoci piuttosto al grande Sindaco di Sinistra e con molta pacatezza, spirito di sacrificio, modestia e amore infinito – spinto fino all’estremo sacrificio da Lui – facciamo in modo di realizzare quanto aveva in animo per dare a Reggio la dignità che merita. Riacquistando le prime pagine dei giornali, non per fatti di malaffare, ma per positività e progresso. Da qui non il mio passo indietro, ma due, se necessario perché chi è in grado di fare, faccia. Da qui la spiegazione al mio dire secondo il quale non la casacca di questo o quel partito, presente o meno alla provincia, può determinare la scelta ma la coerenza ed il gradimento del popolo, che come è dogma in democrazia è sovrano. Altro che reti televisive o giornalismo compiacente: qui si parla di cose serie.