Una congiura virtuosa

13 settembre 2018

Una congiura virtuosa è ciò che serve in questo momento per risollevare le sorti della Sanità in calabria e specificatamente nella nostra città metropolitana. Normalmente i congiurati si incontrano, segretamente, confabulano, ordiscono strategie e pianificano interventi. Se l’argomento non rivestisse una certa tragicità, perchè si parla di vite umane da tutelare, sarebbe pure un buon tema di studio per capire le motivazioni che spingono taluni a ritrovarsi nella stessa battaglia, dalla stessa parte. Forse Edgar Morèn, il filosofo della complessità, ce lo saprebbe spiegare bene. Lui che, nel suo libro “l’Uomo e la morte” ci ha fatto comprendere perché i soldati delle prime linee andavano a sicura morte, gridando e talvolta cantando. L’unione incoraggia. Anche chi sta per morire. Orbene, ieri è avvenuto che una vera e propria congiura virtuosa si sia verificata anche se, e questo la avvalora maggiormente, con i protagonisti distanti sia fisicamente che per ruolo. Li ha uniti la giusta battaglia contro una politica sanitaria becera, inumana, fatta solo di conteggi economici che nulla hanno a che vedere con l’essere umano da tutelare. Una politica sanitaria rappresentata da un ingegnere, Massimo Scura, che nulla ha a che vedere con le esigenze di un settore così complesso e delicato. D’altra parte, in una nazione dove si affida la riforma della Scuola ad un soggetto che ha appena raggiunto la licenza media, c’è da aspettarsi di tutto. Ma se la scuola porterà degli asini ad insegnare, con seri danni alla cultura, la Sanità non può uccidere omettendo prevenzione e terapie. È intollerabile! È inconcepibile! Gli artefici di questo momento esaltante per la giustizia etica sono stati, da una parte il nostro Arcivescovo Fiorini Morosini e, in tutt’altro ruolo, il segretario aggiunto della Cisl nazionale, Luigi Sbarra. Il primo con due atti coraggiosi e ricchi di una umiltà e di una carica umana formidabile, una lettera indirizzata al Ministro della Salute ed una omelia forte nella Santa Messa in onore della Patrona della Città. Il secondo nelle conclusioni di un convegno sindacale dove ha utilizzato parole di un pragmatismo e di una onestà intellettuale rarissimi nelle prolusioni che siamo abituati ad ascoltare sul tema. Altri, sindacalisti, politici e non, ad onor del vero potrebbero essere aggiunti tra i congiurati, ma oggi mi limito – per la singolare coincidenza – alle figure carismatiche del Vescovo e del Segretario. Sua Eccellenza Fiorini Morosini, a guisa di Padre Dante, ci ha abituato alle sue omelie che, in una sorta di crescendo rossiniano, passano dalle riflessioni riguardanti la Fede, a vere e proprie orazioni di alto spessore, sulle vicende della vita politica, intesa come cura della qualità della vita. Lezioni strategiche e richiami a chi ha in mano le sorti degli altri. Soprattutto di chi ha bisogno. Egli dice “quanto alla Sanità mi sembra di poter dire che il bene comune dei cittadini sia sacrificato alla politica del risparmio, che non può ritenersi giusta se conduce ad un profondo ed inaccettabile disagio, posto, impietosamente, sulle spalle dei cittadini”. Con poche parole, ma pesanti come macigni, ha delineato la situazione nei fatti. Non si può monetizzare la salute! Ho sempre affermato con quarantacinque anni della mia vita dedicati alla Sanità. Grida Morosini… unico Vescovo calabrese, che la pietà cristiana non può non essere la guida di chi ha il potere di alleviare i disagi dei cittadini. Tuona nell’omelia e lo riafferma in una sentita lettera indirizzata al ministro Grillo. Gli fa eco il segretario Sbarra. Uno che conosce la realtà calabrese, anche perché ben rappresentato in loco. Parla a chiare lettere che la Sanità pubblica e privata sono due aspetti dello stesso servizio e che devono essere tutelati sulla base della qualità e giammai della quantità del servizio reso. “Noi dobbiamo assicurare ai cittadini tutti le prestazioni essenziali e dobbiamo difendere quelle realtà positive che tutelano la salute pubblica. Grande rispetto per tutti, ha sottolineato, ma i risultati sono quelli che contano e saranno sempre migliori quanto più la politica sarà tenuta fuori dalla Sanità. Un primario dovrà essere nominato tale non perchè ha in tasca la tessera del partito che governa. Concetti che incontrano i temi della meritocrazia. Sempre citata, ma vituperata. Adesso la congiura deve dilagare anche in una città che si è abituata a tutto. Sopporta tutto. Se domani dovesse alzarsi una qualunque autorità per impedire la panificazione, i panifici chiuderebbero e la città mangerebbe surrogati ma non protesterebbe. Tanto si è assuefatta. Invece no, bisogna democraticamente reagire. Merito di chiarezza va a S.E. Fiorini Morosini che, fortunatamente, non si affida al solo Padre Nostro, come qualcuno vorrebbe, ma interpreta ciò che la preghiera favorisce: il contenuto della vita spirituale e materiale. In fondo anima e corpo, si fondono in questa vita di attesa della resurrezione. Merito all’altro congiurato, Sbarra, per aver parlato non da populista, ma da vero rappresentante del popolo che lavora e che vorrebbe lavorare. Merito ad ambedue di aver suonato una campana per chi ancora dorme sulla Sanità!

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