8 aprile 2014
Duecento anni dalla nascita del grande Giuseppe Verdi. Anche Reggio, seppur devastata da eventi politicamente catastrofici, non rinuncia – e fa bene – a ricordare l’illustre italiano, imperatore della musica lirica. Un modo per esorcizzare la situazione civica grazie ai giovani dell’orchestra del Teatro Cilea. E il sol dell’anima… Con questo titolo tratto dal Rigoletto, si sono presentati con il più magico degli strumenti musicali: il violino. Ma di questo ne parleranno i giornalisti. lo prendo spunto dal concerto, per una riflessione che sottopongo alla vostra serena, spero, valutazione. Sembrerebbe che la cittadinanza voglia dimenticare il Consiglio Comunale sciolto per mafia, l’ex Sindaco poi Governatore, di fatto destituito dalla Legge, ed una intera classe politica alla gogna. Per non parlare della dilagante disoccupazione, della desolazione generale, della gente che continua a perdere posti di lavoro, nonostante la caparbietà di datori di lavoro che, non avendo – oggi si può dire fortunatamente e per scelta – avuto favori dai potenti di turno, sono costretti per non perire, a ridurre, a malincuore, il personale. Come è il caso di ReggioTV. Tutta una situazione che qualcuno aveva previsto, mettendoci la faccia, come oggi si usa renzianamente dire. Ma aveva abbaiato alla luna! Cosa c’è da fare, dunque? Chiudersi nel dramma sociale, indicare i colpevoli al pubblico ludibrio? Cui prodest? A chi serve? Magra soddisfazione dire io l’avevo detto! Meglio reagire con l’unica arma di cui una città, attraverso i suoi cittadini, dispone: Il comune desiderio di risalire la china, di non abbandonare la forza della speranza. Con quali mezzi? Innanzitutto col mezzo fornitoci all’atto della nostra nascita: la libertà! Bene inalienabile e incedibile a nessun titolo. Solo gli uomini liberi di agire, secondo coscienza e non forniti di paraocchi, potranno far risollevare questa città, ora inginocchiata! Non basterà scegliere i prossimi amministratori secondo i parametri soliti: la casta, il comparato, il bisogno, il cognome, la falsa ideologia, il condizionamento mafioso o pseudo tale. Bisognerà cambiare pagina! Con coraggio e deter202 minazione. Non più programmi fumosi, facili a scriversi, ma con la validità di un centesimo bucato. Fatti, fatti e soprattutto credibilità su doti e capacità dimostrate sul campo. Da tempo. Senza interessi, ma con abnegazione ed amore vero per la Città. Non potranno essere valutate promesse di marinaio, buone solo ad estorcere consensi, spesso dati più per consuetudine che per convinzione. Affidereste la vostra birra ad un tedesco? Ed un sigaro ad un turco? Allora perché mettere nella mani di dilettanti allo sbaraglio o, peggio, di vecchi catorci rifatti una città come Reggio? La città della Fata Morgana non ha bisogno di maghi od illusionisti o di promesse da avanspettacolo, necessita di una congiura virtuosa che metta d’accordo il maggior numero di persone, di vera buona volontà, che abbiamo caratteristiche ben definite. Caduti gli schemi vecchi e desueti, come per il governo centrale, bisognerà attingere da tutte le parti, per ottenere una vera squadra di governo forte ed inattaccabile, frutto non di compromessi ma di accordi in favore esclusivo del bene comune. Quello vero, non quello che maschera biechi interessi personali o di famiglia o di casta. Gli uomini che si proporranno, o meglio saranno proposti, non devono aver alcun riferimento con gli ambienti malavitosi, non devono aver conosciuto le aule di Tribunale per reati che possono inficiare la credibilità di un buon amministratore, non devono avere interessi né personali, né indiretti, riconducibili al ruolo amministrativo. Ed in ogni caso devono avere un curriculum vitae ricco di esperienza, successi pubblici e moralità civica adamantina. Niente dubbi, solo certezze. La corsa al Comune non è, in questo momento grave, una corsa di cavalli. Nessuno deve scommettere sui brocchi, pensando di farli diventare cavalli di razza! La città è ad un bivio, o risorge o perisce. Non c’è la via di mezzo. È ora che ogni cittadino si responsabilizzi e scelga secondo una valutazione leale, che non tenga conto della sempre maledetta invidia dell’intelligenza, della simpatia – assai soggettiva – ma che non può penalizzare il bene comune, raggiungibile solo con chi conosce la strada. E ripeto, lo abbia dimostrato in lustri per meriti personali, mai per interposta persona. Il ruolo politico deve smettere di essere considerato ereditario o, peggio ancora, una forma di risarcimento. La reazione che Reggio ha avuto negli ultimi mesi, dimostra che la gente ha ben compreso quale sia il ruolo della cultura, quale vera arma per contenere i danni causati dall’essersi eclissato il gusto del bello, della pulizia morale, del quieto vivere 203 comune. I famosi valori cui spesso si fa aspecificamente riferimento, senza neppure citarli, non basta più che siano citati: è gioco forza rispolverarli e concorrere attivamente ad applicarli. Tutti. Nessuno escluso. Crollati i vecchi schemi tutto sarà più facile se cadranno le barriere dell’assuefazione. Il processo sembra avviato. Non v’è sera che le sale cittadine non siano impegnate in presentazioni di libri di livello, in conferenze nei vari campi dello scibile umanistico o scientifico. Le scuole di tutti gli indirizzi hanno raggiunto livelli formativi eccelsi. I nostri giovani sono talentuosi ed eleganti nel loro agire ed hanno conquistato la fiducia dell’intera nazione, affermando i loro saperi. Il grande innegabile successo della Giornata Reggina della Cultura ha piantato una pietra miliare nella coscienza di chi, con onesta valutazione, ha visto una città esporre i propri tesori classici, scientifici, artistici. Migliaia di cittadini hanno scoperto valori materiali ed immateriali che non sapevano neppure di possedere, potendone essere i legittimi fruitori. Orgogliosamente fruitori. Ho visto famiglie intere nelle scuole non dei loro figli, nei Musei, al Planetario, al Teatro, tra gli scavi e nelle pinacoteche. Felici di ritrovarsi. Gioiosi nel soddisfare quel gran motore di ricerca umano che è la curiosità. Legittima e foriera di conoscenza. Ora è tempo che si raccolgano i frutti. Si giri pagina. Con coraggio e determinazione. Si ricostruisca! In fondo l’hanno fatto i nostri avi, dopo ogni terremoto. Facciamolo anche noi: via le macerie, questa volta politiche non telluriche, ma sempre terremoto è! O meglio, è stato! Del 10° grado Mercalli.