28 febbraio 2016
È il momento di elevare il tasso di testosterone collettivo, quale indice ribellione civile e democratica. Non possiamo assistere, come se la cosa non ci interessasse, alla continua distruzione della nostra Città. Facciamo finta di affidarla alla politica, ma di fatto, deleghiamo le nostre personali responsabilità, come per scrollarcele di dosso, lavandocene le mani. A Reggio siamo tutti figli di Ponzio Pilato. Da quando non è più il capoluogo di Regione abbiamo assistito, inermi, volontariamente e colpevolmente, al suo incessante continuo degrado. Non solo economico, ma anche sociale. Abbiamo affidato, sempre, le pecore al lupo! Per rendere l’idea: l’assioma, secondo il quale a Reggio se sai fare una cosa, non te la faranno fare mai, è stato applicato alla lettera. Risultato? Il disastro che è sotto gli occhi di tutti. Non sarebbe azzardato parlare di una forma di masochismo cittadino. Vogliamo guarire? Vogliamo far rinascere, una volta per tutte, l’orgoglio cittadino? O, invece, vogliamo continuare a limitare i nostri osanna a chi, reggino nel mondo, miete successi e occupa posti di immenso prestigio, a conferma dell’assunto che se vuoi far vedere quanto valga l’essere nato da queste parti, l’unica cosa che devi fare è quella di andare via? Affrontiamo i problemi con la mentalità di chi vuole vincere la partita. Diciamo basta ai soloni che vengono a farci lezioni di legalità apparente, basta ai filosofi del dire e mai del fare, basta agli ignoranti che ci rappresentano, basta agli imbroglioni, basta a chi continua a prendere in giro una popolazione imbelle con vane promesse o al massimo con qualche contentino. Basta a chi viene a Reggio, con la puzza sotto il naso, solo per fare carriera, passando sopra, senza ritegno, al tessuto buono della città, apostrofandolo per mafioso a tutti i costi. Il teorema lo abbiamo capito: colpendo in alto si acquistano punti, una sorta di millemiglia della giustizia. Non sempre in buona fede. In questo panorama è evidente che il tessuto sociale si disgrega e, lungi dal pensare che forze occulte vogliano il male di Reggio, c’è solo da far partire dall’interno, una crociata a favore di noi stessi contro gli eventi causati dalle nostre ataviche scelte sbagliate. Cominciamo dall’aeroporto e, fuor di dubbio che la situazione è grave. Anzi gravissima che facciamo? Aspettiamo che gli altri rinuncino ai loro piani di sviluppo del territorio che difendono, coi fatti, da anni? Mi riferisco all’Aeroporto di Lamezia. Al cittadino interessano poco le beghe della becera politica. Al viaggiatore occorre un tempo di percorrenza il più breve possibile, un costo basso ed un servizio gradevole. Allora, risvegliamo questa benedetta città, metropolitana! Il CdA della Sogas deliberi un elevato aumento del capitale sociale, i Comuni, ben 9, lo sottoscrivano pro quota ed in base alla popolazione. I commercianti, con la loro Camera di Commercio e gli industriali con Confindustria Reggio, facciano la loro parte. Si avvii una gestione della Sogas che comprenda, con apposite convenzioni, un servizio di autolinee da tutti i centri della Città Metropolitana, con possibilità di munirsi della carta di imbarco già durante il percorso di avvicinamento all’aeroporto o addirittura alla partenza, si faccia diventare in men che non si dica l’aerostazione un centro commerciale, un ristorante, una farmacia, una qualunque cosa attiri gente e la faccia vivere 24 ore al giorno. Si chiamino il Ministro Del Rio ed il Ministro Franceschini, li si obblighi politicamente a fare in modo che le compagnie giungano a Reggio, per esempio, inventando il biglietto aereo dal mondo per Reggio Calabria, a basso costo, per vedere i Bronzi. Si organizzino pacchetti, tutto compreso, a costi bassissimi per far soggiornar quanta più gente è possibile. Insomma si partorisca, tutti assieme, un piano strategico complessivo. Si favorisca, in ogni modo, l’uso dell’aeroporto con campagne promozionali, eventi culturali, voli charter di tipo religioso, sportivo. Insomma, si investa. Si affianchi al CdA, nella sua nuova composizione a rappresentanza metropolitana, un manager! Di fama, non di collusione politica. Lo si paghi a risultati raggiunti. L’alternativa? Mandiamo i Bronzi in giro, chiudiamo l’Aeroporto, la Banca d’Italia, l’Agenzia dei beni confiscati, la Dogana, chiudiamo ogni cosa e… trasferiamoci in un’altra Calabria. Ma io sono rimasto e intendo continuare a farlo.