3 gennaio 2010
Ma perché sempre a Reggio? La strategia della tensione cambiò il corso della storia italiana, o almeno tentò di farlo. Si trovò di fronte, però, uno Stato forte e compatto che ne stroncò, sia pur leccandosi le ferite, ogni velleità. A Reggio le cose sono diverse. Sembra ci sia una consorteria che ci tenga un po’ tutti sulla corda. Un attentato qua, una macchina bruciata là. Con poco clamore ma con costanza, si manifesta un potere abietto che, con un immaginario fucile puntato, determina timore e controlla, con il terrore, ogni cosa. Controlla tutto. E se qualcuno, nei diversi mondi della politica, delle istituzioni, della Magistratura stessa, altera con una qualsivoglia decisione o azione, gli equilibri dettati dalla mente perversa che sta a capo di questo balordo sistema, ecco pronta la bomba! E non in un punto qualunque della città. Nel cuore. Là dove pulsa. Là dove si decide. Non si deve intimidire il singolo. Per questo, ci sono altri mezzi coercitivi piuttosto convincenti. No, no, si deve dare un segnale al Popolo, perché così è, e basta. E nessuno fiati. Non è forse vero che una bomba, dai più definita catartica, cambiò il corso della storia amministrativa di questa città? E chi mise e perché quella bomba? Silenzio assoluto. Nessuno in carcere, ma dai fischi si passò agli applausi. E al settanta percento e alla Sinistra che votò per la Destra. Ora, si avvicinano le elezioni regionali. Nella Destra lo scontento di molti, nella Sinistra il caos, o meglio, c’è chi pensa che le primarie siano inutili, perché la democrazia è un optional. C’è Lui e basta. Chi sia questo Lui poco importa. Sta di fatto che, tra un rinvio e l’altro, è fin troppo chiaro che si tenta di non farle fare, maldestramente. Magari inventandosi una volontà romana. Il dubbio sorge. Per vincere le consultazioni o per farle vincere all’avversario? Chi ragiona non può che porsi il quesito. Come dare ascolto a chi dice che, quale che sia il responso delle primarie, non ne terrà conto? Come seguire chi, prima grida allo sperpero di denaro pubblico, e poi fa dietrofront, o meglio, tergiversa, quando viene trovato il modo per non spendere neppure un euro? Sta di fatto che l’attentato odierno di Piazza Castello trova delle analogie inquietanti e dei collegamenti che, per quanto ci si sforzerà di ricondurre a balordi o alla sola attività della Magistratura reggina, non possono che essere visti come la longa manus mafiosa che vuole determinare tutto, ma proprio tutto a Reggio. Adesso assisteremo alla solita processione di condanne verbali con gli appelli alla sana politica ed all’unità di intenti: nessuno ci creda! Le connessioni tra mafia e politica sono sotto gli occhi di tutti. Il tentativo di bruciare le primarie, ne è un segno. Solo una Magistratura libera, scevra da condizionamenti e da paure di agire, potrà liberare la Reggio onesta dalle bombe e dal significato di esse. Siano esse catartiche o intimidatorie. La Reggio pulita guarda ed attende con fiducia!