5 gennaio 2011
È stata una serata magica. Davvero. Nella Chiesa Matrice di Laureana di Borrello i valori che, in altre sedi, sembrano ormai ricordi, hanno preso il sopravvento su tutti noi che eravamo lì. C’era la gioia dei tanti giovani dell’ormai famosa Orchestra di Fiati intitolata a Paolo Ragone che festeggiavano, a giusta ragione, i due anni dalla fondazione. Hanno soffiato sulla seconda candelina invitando tutti a riflettere sulle parole del Capo dello Stato che li ha visti al centro della Sua attenzione nel discorso augurale di fine anno. “Senza risolvere i loro problemi è a rischio la stessa Democrazia!” L’ha detto il Presidente. Un grido di allarme che i giovani laureanesi sembra abbiano colto al volo, rispondendo con un concerto dove la musica, magistralmente eseguita, faceva da cornice ad uno stile impeccabile, ad una voglia di riscatto immensa, pari al desiderio di sottolineare il principio che, solo chi vale, può e deve affermarsi. E loro valgono. Molto. Questi ragazzi, guidati da un Maestro, Maurizio Managò, che prima di essere musicista, è educatore, è padre, è fratello di ognuno di loro, si sono presentati in una divisa impeccabile ed elegante, coi loro strumenti fiammanti, iniziando con un gesto di una tale dolcezza ed ingenua grandezza che ha fatto sorridere chi ha in sé il gusto del bello. Ed in quella meravigliosa Chiesa ce n’erano molti. Dal sindaco, avv. Ceravolo, al Presidente dell’Associazione, professoressa Ciccone, emozionati più che mai, ma soddisfatti, entrambi, per aver creduto al miracolo dei loro ragazzi. Non esagero, se parlo di miracolo. Chi avrebbe scommesso qualche anno fa su un nugolo di ragazzini calabresi, digiuni di musica, che in gran parte non avevano mai assistito ad un concerto, che non avevano mai visto un Teatro, che si sarebbero imposti all’attenzione nazionale per talento, bravura e passione? E quando a Laureana aggiungiamo Delianuova, Oppido, Cinquefrondi, Giffone, Polistena e ormai, quasi tutti i paesi della Provincia, se non di miracolo, di che vogliamo parlare? Ieri i ragazzi della Ragone hanno scritto una bella pagina della storia musicale calabrese. Hanno dato una lezione di politica. Quella con la P maiuscola. Hanno dato una reale prova dell’unità d’Italia, con buona pace degli stolti che non hanno capito che l’Italia è una ed indivisibile, grazie proprio ai giovani, quelli come i nostri, che lo vogliono fermamente. Lo dimostrano le parole del genitore di uno dei tre ragazzi della banda giovanile di Mirandola, una ridente cittadina emiliana, in visita a Laureana, andati ad infoltire le già possenti fila della banda. Un asse Sud-Nord gioioso, bello, da far venire i brividi! Due storie, due dialetti, due cucine, due accenti: una sola sinfonia! Potenza della Musica! Quella che, fra le arti, parla un solo linguaggio universale. Ma la musica non sa solo aggregare, amare, insegnare a vivere, sa anche essere umile ancella dei sentimenti umani. Inaspettatamente, ieri, in un clima festoso e gioioso, qual si addice ad un compleanno, un momento di austero rigore che ha ricondotto noi, tutti presenti, alle tristi realtà della vita. Un momento la cui emozione ricorderò per la vita. Al microfono il Maestro Managò racconta di un signore di Laureana vecchio stampo. Discreto. Elegante nella sua semplicità. Dignitoso nella sua sofferenza. Gli serve un caffè nel suo Bar e, prendendogli la mano, lo ringrazia perché avrebbe potuto lasciare questo mondo, lui gravemente malato, portandosi in cuore l’orgoglio dei suoi ragazzi di Laureana che aveva visto e seguito, sugli schermi di ReggioTv, calcare i palcoscenici del successo. Tutti in piedi. La musica si inchina al ricordo di un uomo semplice del popolo al quale i ragazzi hanno alleviato le umane sofferenze terrene con la loro splendida musica, soprattutto facendolo sentire orgoglioso di essere figlio, come loro, come noi, di questa splendida terra del Sud. Le parole della figlia di Bartolo Furfaro, dopo la consegna della pergamena ricordo a lui dedicata, sono il più grande riconoscimento per il lavoro di ragazzi, docenti, amministratori, e quant’altri hanno lavorato semplicemente per affermare il diritto dell’uomo a vivere in sintonia con l’uomo. Sia esso giovane, vecchio, sano o malato, sia nero, rosso, bianco o giallo. La musica non ha colore. La musica è tutto! Grazie ragazzi! A voi e a chi ha creduto, crede e crederà in voi!