13 novembre 2013
In questo marasma generale della politica, c’è una figura del nostro ordinamento che regge all’impatto del degrado generale. Il Sindaco è rimasto l’unico politico non nominato, ma eletto dal popolo. E come tale, ne rappresenta veramente i bisogni ed i sentimenti. Mai come ora, egli si sente il baluardo della legalità ed il responsabile della qualità della vita dei suoi cittadini. A lui si rivolgono tutti. Senza distinzione né ideologica, né di censo. Pronto a risolvere tutto ció che può, rimane amareggiato quando risorse, circostanze e poteri negativi gli impediscono di fare ció che la sua indole gli detterebbe. Questa sua dedizione non lo protegge, anzi paradossalmente lo espone di più, a rappresaglie di ogni tipo, soprattutto ordite da chi si vede negati privilegi e favoritismi ai quali era, forse, aduso ed abituato. Ecco perchè quotidianamente, non c’è Sindaco che non sia fatto segno ad atti di intimidazione, attentati e quel che è peggio, abbandoni da parte dello Stato e di chi lo rappresenta. La solitudine è il suo peggior nemico. L’isolamento l’arma letale. Che la politica approfitti del fatto che il popolo preferisca le concessioni di favore più che il rispetto dei diritti è cosa risaputa. Rompere questo andazzo non è cosa semplice. È il Sindaco la testa di ariete per abbattere questi residui retrivi di inciviltà. È sempre stato così. Oggi è più evidente. Forse perché regge bene al confronto con le altre cariche istituzionali, meglio con quelle nominate e non elette. Si aggiunge ora il fenomeno dell’aggregazione. Senza abbattere i pur sempre amati campanili, i Sindaci creano sempre più unioni e collaborazioni tra paesi vicini, si aiutano a vicenda ed hanno capito di essere una forza prorompente. Pulita. Senza padroni, né servitori. Una forza che fa paura. Che ottiene giustizia per sé e per il suoi cittadini. Una grande prova I’hanno data ieri. Alla Regione a fianco dei cinquemila lavoratori LSU ed LPU, quelli socialmente utili e di pubblica utilità, degli eufemismi per indicare tanti uomini e donne che con il loro lavoro reggono la vita amministrativa di tanti comuni. Eravamo in tanti. Con quella fascia tricolore che, indossata, ti fa sentire italiano tra gli italiani. Orgogliosamente. Tutti a rivendicare un sacrosanto diritto che è quello al lavoro. Una forza democratica che ha vinto il suo primo round con la sola forza della razionalità e del pacato equilibrio. Una forza che sicuramente, ripetendosi, porterà i frutti della stabilizzazione per questi lavoratori, il 21 novembre prossimo a Roma, nel confronto col Governo, quando inizierà l’iter per conferire il giusto attestato a coloro che, da oltre quindici anni, attendono di vedere riconosciuto un loro sacrosanto diritto. Ed anche li, la forza dei Sindaci non mancherà. Per vincere.