I chirurghi ci sono, non le sale operatorie

11 ottobre 2010

Ho letto con particolare attenzione il faccia a faccia tra il direttore di Calabria Ora e il Governatore della Calabria. Chi è scevro da condizionamenti vi può leggere, tra le righe, la reale portata dell’idea globale e particolare del dr. Scopelliti. Ognuno valuterà. lo, oggi, Le chiedo un piccolo spazio perché da Medico Calabrese, che ha vissuto e vive questa realtà da oltre trent’anni, vorrei tentare di far rivedere una posizione, non condivisibile, al Commissario per la Sanità Calabrese. Non per campanilismo o per difesa d’ufficio. Ma per esperienza. Pur non essendo tra i sostenitori di Scopelliti, considerato lo sfascio provocato da Loiero, gli avevo dato un’apertura di credito, quando, all’indomani della sua elezione, ebbe a dichiarare che si sarebbe avvalso delle eccellenze calabresi in tutti i settori, “a qualunque fede politica fossero appartenuti”. Le nomine, dunque, i fatti, oggi non gli danno ragione. È un problema suo. E, nostro! Ma quel che più mi sorprende, o peggio, non mi è possibile condividere, è l’affermazione, non veritiera, che “noi non abbiamo, non avremmo” più chirurghi in Calabria”. E pertanto il Governatore avrebbe avviato – sempre secondo l’intervista – una “convenzione” con il Policlinico Gemelli di Roma. È davvero insopportabile per l’intera classe medica una siffatta dichiarazione. Il Governatore deve sapere che la Calabria pullula di Medici di prim’ordine. Ve ne sono talmente tanti che ne “prestiamo” un gran numero al mondo intero. Gemelli compreso. Altra cosa è che questi, talvolta eroici colleghi, non siano stati messi nelle condizioni, tecniche ed ambientali, di lavorare bene. Si vadano a vedere le strutture! Vecchie, fatiscenti, non a norma. Questo il problema. Nel campo della Chirurgia sono tanti i nomi che mi vengono in mente e chiedo scusa se altrettanti ne dimentico). Dal decano della Chirurgia Calabrese, noto al Mondo intero, Riccardo Mazzitelli a Mimmo Iacopino e Pietro Cozzupoli di Reggio, che nulla hanno da invidiare a chicchessia, e poi via via a Costarella, Halkilani, Cristiano, per poi spostarsi a Gioia Tauro con Saraceno, a Polistena con Mileto e Spanò, a Trimarchi di Scilla, a Nardo a Cosenza, Aidala a Catanzaro, a La Camera a San Giovanni in Fiore, a Cloro a Rossano, Tallarida a Locri, tutti insigni professionisti del bisturi, apprezzati dai pazienti, a molti dei quali hanno letteralmente salvato la vita. Per non parlare dei giovani che si stanno formando e che dimostrano grandi capacità. E, perché no, delle alte specialità che vanno dalla Neurochirurgia alla Cardiochirurgia. Il nome di Cassese, a Catanzaro, valga per tutti. Credo che il Governatore sia incappato in un grossolano errore, mi auguro in buona fede, cui può cadere chi non conosce realmente la situazione della “sua” gente e, preso dalla necessità di tagliare a tutti i costi, recide – anche con le sole parole – buono e meno buono. Non ho alcuna intenzione di fare polemica né di contraddire Scopelliti a tutti i costi. La mia sofferta decisione di lasciare il Consiglio Comunale di Reggio non mi impedisce, però, di sostenere ciò che ritengo giusto per la Calabria e per la Sanità calabrese. Mi permetto, sommessamente, di consigliare al Governatore, senza nulla togliere alle singole professionalità capitoline del Gemelli, di andarsi a leggere “La morte al Policlinico Gemelli” un libro edito negli anni 90, a testimonianza che i problemi della Sanità sono più politici che medici. E sono ovunque e comuni. Non bisogna confondere la Medicina con la Sanità. La prima attiene all’ars medica, con i limiti e i problemi insiti nella disciplina. Lasciamola al merito.

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