11 novembre 2007
Il rispetto per chi non la pensa come noi è massimo. E tale resta. Ma altrettanto forte è l’indignazione, quando, per coprire le magagne del potente di turno si cerca di attribuire una caduta di stile alla controparte… non avendo altre frecce all’arco! Capitava così quando eravamo bambini: non sapendo come colpire il nostro compagno di giochi, col quale ci si era azzuffati da poco, si finiva – nell’intento di sconfiggerlo, pur sapendolo innocente – con l’offendere, a parole… la reputazione di sua mamma o di sua sorella! Puerile ma efficace. Ora, è pur vero che una informazione di garanzia non è atto definitivo, né tanto meno affermazione di colpevolezza, ma quello piovuto sui vertici di Palazzo San Giorgio, al di là dell’atto in se stesso, è un macigno! E non è il primo. È un atto vieppiù aumentato di peso dal comunicato, ad adiuvandum, a firma del Sig. Procuratore della Repubblica, dove si parla testualmente di “macroscopiche anomalie” nell’assunzione degli ormai famosi, loro malgrado, vigili urbani… Macroscopiche anomalie denunciate a viso aperto dal sottoscritto prima, durante e dopo la campagna elettorale e ribadite da tutto il centro Sinistra, dai Sindacati di categoria, da Associazioni etiche e da singoli cittadini nonché da tutti coloro che avevano chiesto di vestire la divisa di vigile, attraverso un regolare concorso! E si sono visti per così dire aggirati (o raggirati, se preferite) da una sorta di by pass politico amministrativo da prestigiatore. Un po’ come il gioco delle tre carte… di napoletana memoria. C’è qualcuno che, in perfetta buona fede, può mai immaginare che la selezione affidata a privati, dunque senza concorso, possa mai essere scevra da condizionamenti… diciamo amichevoli? Beh, se ne trovate uno, convinto, vorrà dire che da domani tornerò a credere alla Befana! Dunque, perché meravigliarsi? AI sentire popolare, alla cosiddetta vox populi, la Giustizia ora è costretta a dare una risposta. In estrema sintesi, se l’Amministrazione ha agito, correttamente o no! Caso mai ci si potrebbe interrogare sul perché non l’abbia fatto prima, magari in campagna elettorale. Ma si sa, la Giustizia è lenta. Ma inesorabile. In questa vicenda, chi più chi meno, ognuno ha recitato la sua parte. Oggi sul proscenio anche opposizione e maggioranza. La prima richiama l’attenzione sulla valenza politica negativa di una informazione di garanzia, che, si badi bene, riguarda una attività politico-amministrativa di alcuni soggetti e non fatti personali di costoro. La maggioranza prende le difese. Ovviamente. Strano è che c’è chi parla di una caduta di stile di chi sul tema ha condotto una dura battaglia, guadagnandosi anche l’antipatia di 110 giovani, strumenti ciechi d’occhiuta rapina, ed oggi incassa un concorde sentire, sia pur ipotetico, dalla Magistratura. Se c’è qualcuno che ha avuto una caduta di stile è colui che, genericamente, si ostina non solo a foderarsi gli occhi di prosciutto, ma pensa di poterlo distribuire ai cittadini, dietro pagamento di un solo euro, perché vedano edulcorata una realtà triste che invece è sotto gli occhi di tutti. Absit iniuria verbis.