15 settembre 2009
Detto, scontato quanto si vuole, ma pur sempre valido nella nostra bella Reggio, dove spesso tuona, ma poi, non piove. Leggo su un quotidiano locale che il candidato alla segreteria del Pd, Pino Caminiti, uomo di grande esperienza politica e mio amico personale, davanti all’On.Fassino, già segretario nazionale del suo partito,grida a gran voce che, cito testualmente, vuole la verità su quel disastro! Riferendosi alla amara sconfitta di tutto il centrosinistra alle elezioni amministrative dove io ero il candidato della coalizione, avendo vinto su altri due politici (è bene ricordarlo) le elezioni primarie. Era ora! È da due anni che aspetto che mi si venga a dare una risposta ai mille interrogativi, non solo miei, ma anche degli oltre trentamila elettori che hanno preferito il mio nome a quello del vincente Scopelliti. In quel clima, poi, in tutti questi anni nessuno degli sconfitti si è fatto avanti, tranne qualcuno che ha tentato di farfugliare qualcosa sul candidato, subito zittito dal fatto matematico e pertanto, inconfutabile, che mentre personalmente ho conquistato il 25,6 %, “loro” hanno raggiunto assieme il 14%!!! Bella figura! Più che di una sconfitta si è trattato di una resa. Incondizionata. L’ho detto e ridetto. Scritto e riscritto. Ho puntato l’indice accusatore su ognuno. Mai nessuno ha avuto il coraggio di rispondere. Ho lasciato il posto di coordinatore del costituendo gruppo Pd al Comune: niente di niente. Nessuna risposta. Nonostante la grande stima manifestata da quel piccolo, ma leale, manipolo di colleghi al Comune. Con le debite solite eccezioni. Solo il neo segretario provinciale Strangio ha manifestato il suo rammarico. Ma non era lui della partita al tempo. Ora giunge il grido di Caminiti. Vedremo se il suo sarà più forte del mio. Vedremo come e cosa diranno quei soggetti politici che con il loro partito hanno riportato ancor meno voti della lista che pur io, autonomamente, ho presentato. Un seggio io, un seggio loro, ben più titolati! Vedremo di quale “equivoci” va disquisendo il segretario del PRC, Larosa, che me ne addebita la paternità, guardandosi bene dallo spiegare il senso e la sostanza di quanto si azzarda ad affermare nel suo comunicato del 12 settembre. Un’accusa senza il corpo del reato, né il necessario elemento psicologico. Chissà (ma non è dato sapere) se ha voluto riferirsi al mio disprezzo intra campagna elettorale per la politica sanitaria dell’On. Lo Moro (Ah, mi fossi ritirato sbattendo la porta in faccia!). Guarda caso, gli stessi che la difesero, oggi la aborriscono e le attribuiscono gran parte dei mali della Sanità, Lo lero in testa. Forse Larosa verrà a spiegarci il perché questa loro mania di seminare dissenso, disprezzo, di dire sempre no, non cessa una volta per tutte, lasciando spazio alla serenità, all’accettazione di tutto ciò che è diverso, alla disponibilità incondizionata se non dalla legalità e dalla Legge. Eppure le sonore batoste elettorali riportate fino alla scomparsa dal Parlamento Italiano avrebbero dovuto loro consigliare un atteggiamento più popolare. Loro che si autodefiniscono il partito più vicino al popolo. Vicini al Popolo erano i comunisti di un tempo qui a Reggio, Totò Polimeni, Bruno Attinà, Gaetano Cingari etc. Quelli di oggi hanno palesato la loro incoerenza: hanno accettato le primarie, candidando uno che non era dei loro, Barillà, per poi abbandonarlo, senza neppure concedergli una candidatura nelle loro liste! Barillà è consigliere grazie al sottoscritto, che ha ritenuto di non abbandonare per strada un leale, solo fino a quel momento, avversario. Mi hanno appoggiato, è vero, nelle piazze. Ma non nelle urne. Come al solito: per loro sono “diverso”: non sono irreggimentabile! Non cammino in motorino e con i pantaloni con le toppe. E cosi hanno fatto molti dei “margheritini e dei diessini. Non hanno salvato nemmeno le apparenze! Sui pochi manifesti apparsi, neppure il nome del candidato Sindaco. Un disprezzo per la persona? Glielo restituisco con tutti gli interessi. Una resa annunciata: più probabile. Bisognava fare spazio a Scopelliti, perché così era scritto nella logica spartitoria trasversale del territorio! Ed al consenso raccolto in cinque anni di amministrazione, protetta dalla stessa sinistra al governo (Marco Minniti docet), si è andato ad aggiungere il “consenso” trasversale delle schede destra sinistra, a migliaia. Fin qui parte dei fatti, sotto gli occhi di tutti. lo so di aver avuto il coraggio di affrontare la “corazzata Scopelliti” da solo, con gli amici, non con i partiti, quando altri illustri si sono defilati. So di aver condotto una battaglia a viso aperto, forte della mia onestà, della mia affezione per la città, forte di aver lavorato sodo nella mia vita, conquistando con orgoglio posizioni di stima e rispetto. So di essere stato tradito da chi non merita la fiducia del popolo. Ora Caminiti chiede, ed io con lui, l’analisi. lo, che di analisi me ne intendo, penso che se saranno condotte correttamente e con i reagenti giusti, più di una testa dovrebbe cadere. Più di un accordo non lecito, dovrebbe venire a galla. Più di una innaturale unione politica reggina, che tiene saldo lo strapotere catanzarese, dovrebbe essere resa nota all’ignaro cittadino nostrano. Staremo a vedere. Forse avremo una meno difficile scelta alle prossime elezioni regionali. lo, per il momento, sto alla finestra. Ma a marzo, voterò convintamente schierato in libertà, dopo aver ascoltato ciò che si verrà a dire. Finestre e porte aperte, ma non a chi ha tentato – facendo fiasco – di offendere la mia dignità di Uomo e di politico.