25 marzo 2006
A qualcuno era sorto il dubbio, subito fugato da constatazioni di fatto. Una città pulita ordinata dove il senso della legalità è legato all’esempio di chi siede a Palazzo, una città dove il principio del buon padre di famiglia guida gli atti di chi dispone del pubblico denaro, una città dove non esistono sprechi, dove l’acqua è abbondante e potabile, una città dove non è necessario avere la tessera del partito per essere annoverato tra le centinaia di consulenti, una città il cui sindaco occupa i primi posti nelle classifiche di gradimento, non può che avere amministratori illuminati e di livello, magari solo con qualche piccola lacuna culturale in matematica. Almeno questo era nell’immaginario collettivo, fino a ieri. Leggendo i quotidiani di venerdì la città ha però dovuto fare i conti con una realtà ben più dura del quadretto da Mulino Bianco che si era prefigurato. Ha scoperto che tra i consiglieri ed addirittura tra gli assessori ci sono dei veri e propri imbecilli!!!! Absit iniuria verbis! Il verdetto non è nostro. Lo riportiamo per come lo abbiamo letto. Udite udite: la diagnosi non è dei giornalisti. Bensì del primo cittadino in persona! Ed il certificato che ha redatto è addirittura virgolettato. Non solo. Ma contiene una vera e propria anamnesi, ovvero per i non addetti, la storia del paziente, con tanto di esame obbiettivo che denuncia un malessere plurimo di soggetti di maggioranza affetti da “mal di pancia”. Il documento sanitario virtuale si conclude come di regola con tanto di terapia: camomilla per tutti! Meno male che non si sia prescritto il più noto olio di ricino, che, considerata la scuola medica da cui proviene il Sig. Sindaco, poteva essere temuto ed ipotizzato! A questo punto qualche riflessione si impone. Taluno mormora che io sarei interessato a prendere, democraticamente, il posto di Scopelliti a Palazzo San Giorgio. E va bene. Si dicono tante cose. Peraltro non ci sarebbe nulla di strano né di anomalo, ma da qui a concedere al dr. Scopelliti il diritto di prendere il mio, come medico, ce ne corre. Una sorta di dispettuccio di dozzina che proprio non ci sta. Mi vedo quasi quasi costretto a rivolgermi all’Ordine di Medici per chiedere conto sul suo possibile esercizio abusivo della professione medica! A meno che non salti fuori una nuova laurea sconosciuta ai più. Sarebbe cosa possibile ed io sarei onorato di avere un siffatto collega! Non so quanto lo sarebbero i malcapitati consiglieri ed assessori dichiarati e diagnosticati quali imbecilli dal neo dottore in medicina! E già. Delle due l’una. O Scopelliti è medico, e dunque attendibilmente diagnostica i mal di pancia, prescrive la camomilla, e conclude con la certificazione di imbecillità, con i poteri a lui conferiti dalla Legge, in nome del popolo italiano, o se non lo è, esercitando abusivamente, bolla i suoi collaboratori senza essere legittimato. Nell’un caso e nell’altro i conti non tornano. E non sono i soli. lo non so dove sia finita la dignità umana ma se a me, a cagion del mio ruolo, dessero dell’imbecille non ne sarei felice e soprattutto non avrei il coraggio di tornare a casa dai miei figli per parlar loro guardandoli in faccia. Tenermi cucito addosso un epiteto siffatto per il puro gusto di sedere a Palazzo? A che prezzo?? A quello alto di dover non pensare, non fare, non dire nulla se non preventivamente concordato con chi comanda? Essere libero, dunque, è da imbecilli? Rendersi conto che le variazioni di bilancio sono ad usum delphini, è da imbecilli? Capire che gli sprechi regnano sovrani in una città dove manca il pane, metaforicamente, ma si brinda a champagne, è da affetti da mal di pancia? Non piegare la testa e mettersi dalla parte vera dei cittadini è da imbecilli? Non accettare costosi sfarzi, spartizioni sospette, fontane necessarie quanto la cravatta al collo del maiale, spettacoli costosi quanto di bassa lega, è da trattare con la camomilla? lo, al contrario di chi lo ha detto, non credo vi siano tra gli assessori e tra i consiglieri uomini privi dello ben dell’intelletto, bensì uomini liberi che hanno tutto il diritto di non pensarla come chi ieri li blandiva, per assicurasi obbedienza incondizionata, e oggi li offende. Gratuitamente. L’essere Sindaco così come l’essere medico non concede errori grossolani, specie se fatti senza buonafede. Quella parolina che conclude ogni certificazione medica prima della firma, che, se anche è stata svilita da chi la porta come cognome su una tv nazionale, ha sempre il suo bel valore. Senza essa il reato di falso ideologico per chi certifica ciò che non è vero, è in agguato. Perseguibile penalmente. Forse un pò più di rispetto non guasterebbe così come un po’ più di orgoglio e di amor proprio consiglierebbe ai presunti imbecilli di pretendere le scuse pubbliche del sindaco. Altri lo ha fatto. Ma è questione di testosterone.