6 ottobre 2005
L’articolo 52 del Codice Penale recita testualmente: “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un proprio o altrui diritto contro il pericolo attuale dell’offesa ingiusta”. A tutti è noto come in questi ultimi tempi sia sottoposto a seria rivisitazione il concetto espresso da questo articolo del codice. Rivisitazione restrittiva, sicuramente. In controtendenza sembrerebbe orientata, invece, la magistratura reggina cui va il più grande apprezzamento mio personale e di gran parte della popolazione. Sta di fatto che, nella recentissima sentenza che mi vede coinvolto, con tanto di assoluzione, è stato sancito il principio che la legittima difesa è estesa anche quando si difende la propria dignità ed il proprio nome. Ai più disattenti – per abulia o per malcelato interesse – vorrei ricordare i fatti, in estrema sintesi. Da anni – molti in verità – imperversa nella nostra città un giornale (eufemisticamente chiamato tale). “Di tutti parlò male, fuorché di Cristo… direbbe il Poeta. Una sorta di cronaca inventata di sana pianta con fotomontaggi verosimili ed epiteti di tutti i tipi. I destinatari? Politici, amministratori, professionisti e chiunque non si sia piegato ai desiderata di taluno, a capo di una organizzazione – non certo di beneficenza – i cui esponenti, allo stato, popolano o hanno popolato le patrie galere e comunque sul cui capo pendono processi per estorsione ed altri reati non da poco. La cosa strana è che di tale pubblicazione non si sia curato mai nessuno. Tranne i soliti “marpioni” che, ammiccando, indicano il destinatario dei “favori giornalistici” al pubblico ludibrio. Ai melomani ricordo le note del Barbiere di Siviglia e degli effetti della calunnia che piano piano lentamente si insinua tra la gente, per poi deflagrare come un colpo di cannone. A Reggio di questi colpi, che altrove si odono a mezzogiorno, siamo abituati a sentirli a tutte le ore. O meglio, ad ogni uscita del Dibattito! Processi, ricorsi proteste a migliaia. Esiti, per anni, nessuno. Poi qualcosa si muove. Arrivano a Reggio le grandi testate giornalistiche stampate e televisive. Arriva pure “Ballarò”. Guarda guarda che anche la stampa locale si accorge del “strana presenza”!. E giù affermazioni di meraviglia, sul come mai una città civile possa aver mai sopportato una autodenigrazione così grave e spregiudi cata. Ma delle povere vittime della penna oscena, nessuna considerazione. Anzi, col sequestro della testata veniva meno una fonte inesauribile di vendette personali, di giustizia alternativa e di mezzo comodo per eliminare concorrenti politici. Ma la Città di Reggio annovera tra i suoi cittadini anche gente che di coraggio ne ha da vendere. Ovvero di gente che dice quello che pensa, a viso aperto. Anche in televisione. In quella libera, ovviamente. L’essere corretti, trasparenti, alla fine ripaga delle onte subite. La giustizia fa il suo corso e rende ciò che è stato tolto. Ma in queste lotte spesso si è soli. Ecco come nasce l’esigenza di difendersi. Con ogni mezzo. Anche violento. Violenza verbale, ovviamente. Una violenza da legittima difesa, appunto. Ma chi l’ha mai detto che bisogna rassegnarsi ai soprusi? Chi l’ha mai detto che bisogna sopportare le angherie di chi fa della carta stampata strumento di denigrazione gratuita? Chi l’ha mai detto che bisogna comportarsi come i più consigliano: con una alzata simultanea delle spalle? NO NO E POI NO. È necessario ribellarsi a chi si appropria del tuo diritto di vivere serenamente, di svolgere la tua professione con impegno e tranquillità. Si. Bisogna fare come ho fatto io. Mi si perdoni l’apparente arroganza. Ma sul muso ai giornalisti del tipo Dibattito, bisognava proprio che gliele dicessi: per legittima difesa! Ora la Città si svegli. La lezione della Magistratura serva d’esempio. Non tacete. Ribellatevi. Non fate che si approprino dei vostri diritti senza protestare. Non abituatevi ad accettare tutto ciò che viene detto. Da chiunque. Se non è vero: contestatelo. Nelle sedi opportune. Ricordando che la legittima difesa non è solo quando si difende la propria vita o il proprio patrimonio, ma anche quando si impedisce ad altri il diritto di vivere la propria vita pubblica e privata con serenità. Nel rispetto della Legge. All’art. 52 del Codice Penale andrà ad aggiungersi la legittima difesa giornalistica! E la protesta deve essere forte e vibrata da parte della Città vilipesa – e non solo dalle vittime – per l’inaudita riapparizione nelle edicole del Dibattito. Che di nuovo ha solo il nome. Evidente elusione e frode nei confronti della Legge. Se il dibattito è stato sequestrato NON PUÒ e NON deve riapparire con le stesse caratteristiche offensive. calunniose e dispregiative. Signor Prefetto, intervenga! È un caso di ordine pubblico! Signor Sindaco, difenda la sua città ed i suoi cittadini, – anche se non la pensano come lei – non si rechi solo a inaugurare pinacoteche e case popolari, (il merito della realizzazione andrebbe ascritto ad altri) muova i passi giusti, perché la città, che oggi rappresenta, non sia derisa e vilipesa. NON aspetti un altro Ballarò. Muova la stampa locale, perché non faccia finta di nulla. Anche questa è legittima difesa. Reggio reagisci. Difendi la tua dignità.