Quando non si parla “a muzzu”

14 gennaio 2009

Da ormai tanti anni, in tutte le occasioni possibili, vado dicendo che il Teatro è il simbolo culturale della Città. Non solo in senso dimostrativo: dimmi che Teatro hai, ti dirò chi sei! Ma anche e soprattutto, quale palestra per l’accrescimento cognitivo, culturale, sociale di un popolo. Inascoltato insisto ad ogni piè sospinto perché si comprenda che aprire il Cilea ad una attività diuturna e non occasionale, porterebbe molti giovani a conoscere quel fantastico, ed al tempo stesso reale, mondo dello spettacolo. Una inesauribile fonte di conoscenza. Altro che internet! Noi che non apparteniamo al mondo dell’informatica, o meglio, che non ci siamo formati davanti ad un piatto, se pur colorato, schermo a venti centimetri dal nostro naso, sappiamo bene quanti e quali viaggi della mente si possano fare nella platea di un Teatro o, se siamo stati fortunati, sul palcoscenico: magari facendo la comparsa! Dalla commedia alla tragedia, dal musical all’operetta o all’opera lirica per non parlare del balletto e del teatro popolare: tutti libri aperti e disponibili per conoscere uomini e cose, sentimenti ed emozioni. Per partecipare emotivamente alle umane vicende, talvolta fantasticando, spesso prendendo coscienza della misera condizione umana. Una palestra, dunque, dove si possono recitare i due ruoli principali della vita: quello di chi sa e di chi vuole apprendere. Ambedue fondamentali. Perché si renda possibile che in una Città ognuno scelga quando stare da una parte e quando dall’altra, è indispensabile che chi governa, soprattutto se con il gradimento espresso in questi giorni e del quale mi compiaccio (ho perso con un fuori classe e non contro un brocco!), se ne renda conto e apra il Teatro al lavoro. Lavoro per 365 giorni all’anno! Lavoro per artisti, attori, registi, cantanti, costumisti, elettricisti falegnami, ma tutti del luogo! Provincialismo? No di certo. Difesa delle proprie tradizioni ed origini. E perché no dei diritti di un Popolo! Si apra il Teatro alla fruizione quotidiana! Si producano in loco commedie, tragedie, lirica, balletti, musicals. Si affidi la direzione ad un professionista di rango. Si sfruttino a dovere il Conservatorio, l’Accademia, l’Università, le scuole private di ballo e recitazione. Le produzioni di altri? vengano anche quelle! Ma in misura ridotta, meno dispendiosa e più selezionata: le si riducano a quelle di rango, di prestigio non a quelle realizzate per fare cassetta! E che il mio dire non è… a muzzu ce lo hanno dimostrato ieri sera… nientemeno che i DOTTORI COMMERCIALISTI!!!! Si si proprio loro. Tra un bilancio ed un ravvedimento operoso, hanno messo in scena con l’aiuto di due serie quanto brave professioniste nostre, reggine, Katia ed Eugenia della Scuola Calabrese di Musicals, uno spettacolo di tutto rispetto. Teatro esaurito ed osannante. Divertimento sano e generale. Niente turpiloquio, nulla di offensivo. Tutto genuino, fresco esilarante! Tutto fatto in casa: come gli gnocchi della Nonna!! Una lezione, anche per chi non c’era e governa (abbiamo visto solo due assessori e due consiglieri comunali), per ribadire che senza grandi somme, con grande caparbietà, con spirito di sacrificio e soprattutto con giovani nostri (peraltro in gran parte non addetti ai lavori, ma dilettanti allo sbaraglio) si è realizzato un qualcosa che va ben al di la della performance artistica: un atto di amore verso la cultura, la Città e, scusatemi se è poco, verso la solidarietà per i bambini che soffrono. L’intero incasso è stato devoluto all’Associazione per Federica, che nel nome di questa sfortunata bimba, opera attraverso i suoi genitori per alleviare le sofferenze di bambini che lottano per vivere. I Commercialisti e i Ragionieri reggini, con in testa il loro Presidente Stracuzzi, hanno davvero firmato una bella pagina della nostra Reggio. Quella che conta. Quella che ci piacerebbe ritrarre ogni giorno. La città pulita, dal volto luminoso, di quei tanti giovani, rimasti e non emigrati che hanno dimostrato che le capacità – spesso nascoste o non rilevate – sono nel DNA della nostra gente. E che, se guidata, la nostra gioventù non ha nulla da invidiare a quella tanto osannata delle altre latitudini. Ieri sera, senza esagerare, mi sembrava di essere in uno dei tanti teatri di Broadway!! Con la differenza che lì i giovani ed il teatro son la stessa cosa! Qui, i giovani e meno giovani commerciartisti, abituati a fare le capriole tra bilanci, leggi, e clienti esigenti, le hanno fatte sul palcoscenico senza timore, con molta grazia e freschezza e molta molta dedizione. La stessa che evidentemente mettono nell’esercizio della loro professione. Il teatro insegna anche questo! Hanno saputo trasmettere entusiasmo e, diciamolo pure, commozione. Alla fine, e questa è un’altra magia del Teatro, il pubblico li ha accomunati tutti, artisti e commerciartisti, in un osannante applauso e, come sempre accade, ha sottolineato le prestazioni “particolari” di Febert, Macheda e Falzea e tanti altri, divenuti subito divi… da avanspettacolo! Affettuosamente. Apriamo dunque il Teatro ai giovani. È loro! Cominciamo dal concederlo alle Bande Musicali tutte le domeniche, a mezzogiorno! Sarà bello per i Reggini salutarsi al Cilea a suon di marcetta… Non abbiamo parlato a muzzu… lo hanno dimostrato ieri sera i Commercialisti che da oggi in avanti hanno inserito nei loro bilanci la voce Teatro: …tra le attività!!!!

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