5 agosto 2006
Reggio Tv difende la nostra Terra dalle insinuazioni di Repubblica. Ma perché non decidiamo tutti, insieme, di isolarci dal resto dell’ltalia? Altro che ponte? La reazione più che razionale, ovviamente, è istintiva. Ed è dettata dall’aver letto la prima pagina di Repubblica, oggi. L’indignazione, è stata intensa ed incontenibile nel dover registrare ancora una volta che ogni occasione è buona per gettare fango sulla Calabria ed i Calabresi. Francesco Merlo, firmatario dell’articolo, elucubrando su non meglio definibili “reciprocità animali” tra politici di opposti schieramenti, inserendosi nella “guerra dei caprioli” non esita un solo istante a bollare la nostra Regione, anche quando si era offerta nell’ospitare i “caprioli piemontesi” sfrattati dalle Terre Sabaude. Offende senza riserve il Merlo siciliano! Affibbia alla Calabria il primato della caduta di uomini più che di caprioli e prescrive anche la terapia: basterebbe aumentare il numero dei caprioli uccisi per abbassare la percentuale dei morti di ‘ndrangheta! lo non entro nel merito circa la validità della proposta di Loiero, di offrire asilo ai caprioli piemontesi. Pur avendo studiato Zoologia, rinvio il giudizio a chi di competenza. Ma l’aver studiato questa materia, unitamente a quelle che si occupano delle alterazioni della mente umana, mi consente di esprimere un giudizio sul Merlo, giornalista. Sarà forse che il nome onomatopeico lo abbia fatto cadere in una trappola di tipo leghista? E già: Egli sarà probabilmente affetto da quella sindrome che vuole che i meridionali, in genere, una volta trapiantati altrove, siano i peggiori ambasciatori della nostra Terra. Lui, siciliano, non si discosta. Lui siciliano dovrebbe ben saper che la mafia e la ‘ndrangheta esistono, ma al Sud come al Nord e nel mondo intero, purtroppo. Anzi, qui da noi, è in corso una battaglia culturale, soprattutto da parte dei più giovani, che non riconosce più i cosiddetti principi dell’onorata società ed afferma coi fatti, la legalità ed il miglioramento della qualità della vita. Locri docet, e non solo. Siamo stufi dell’etichetta di massacratori della civiltà. Purtroppo i Merli di Repubblica, così come altri pennuti (nel senso che scrivono), non volano basso – da soli. Lo stesso giornale qualche giorno fa paragonava la bella Parma, che aveva fatto fuori e tagliato a pezzi un Finanziere di rango, al nostro Aspromonte. Parma come l’Aspromonte, ha titolato. Forse tra gli altri innumerevoli pregi, la nostra Montagna, che di aspro, ha solo il nome, avrà pure quello di far vendere più copie. Maramaldo ha generato molti discendenti. Ahimè! Fortunatamente presso quella testata nazionale prestigiosa, scrivono anche giornalisti che onorano la professione. Vengono in Calabria. Giudicano. Apprezzano. Si documentano e “non parlano a muzzo”. È il caso di Brunella Schisa, che, sul “Venerdì di Repubblica” del prossimo 18 Agosto, farà sapere agli Italiani di cosa sia capace l’Aspromonte. E per esso i suoi giovani. Quelli di Delianuova. Dell’orchestra di fiati di Delianuova, che tanto bene ha impressionato niente meno che il Maestro Riccardo Muti. Lui,si, testimone ed ambasciatore assieme alla Schisa dei veri valori della nostra terra e dei suoi abitanti. Insorgiamo tutti, quale che sia la nostra appartenenza sociale e politica, scriviamo, protestiamo, ma soprattutto agiamo da Gente civile ed operosa come sappiamo essere. I Merli cantino pure! Alla luna.