10 ottobre 2005
Ma i lupi fanno paura solo nelle favole. Il guaio è che non stiamo vivendo una realtà fiabesca, ma una triste realtà. Dove se il “lupus” c’è, viene da lontano. Esco subito fuor di metafora. E dico che Maramaldo pare fosse calabrese, ma che non avesse discendenti. Dunque eliminato l’atroce dubbio di un DNA sfavorevole, una certezza, almeno una, io ce l’ho. Non ho gioito nell’aprire la copia del Corriere della Sera di sabato scorso! Non è stata una grande soddisfazione, il vedere la mia città esposta al disprezzo nazionale ed indicata come la città dei veleni. Per carità, non corro in soccorso del primo cittadino. È assai noto che non condivido il suo operato. Ma, il vederlo colto da un obiettivo evidentemente malevolo, in un momento di sportivo relax, in un abbigliamento che – levato dal contesto – lo vorrebbe assimilare certamente ad altro, che non sia un cantore della cappella Sistina, mi ha indignato. Scopelliti, allo stato, è comunque un cittadino di Reggio. Un nostro concittadino. E per di più, il primo. Rappresenta la nostra città. Tutti noi. Ora se quanto gli si attribuisce è vero, se ne occupi chi di dovere. Ma non si esponga ognuno di noi al dileggio ed alla derisione. Gian Antonio Stella è un grande giornalista e Scopelliti non è un buon Sindaco. Non avevamo proprio bisogno di quell’articolo per capire l’una e l’altra cosa. Quando una Amministrazione non va, non è solo colpa di chi governa. Le responsabilità sono eguali anche in una opposizione che… non si oppone e negli uomini che sembrerebbe affilino le armi, per poi non colpire mai. Che a Reggio i concerti e le opere costassero più che altrove, era noto a tutti. Noi di RTV lo avevamo denunciato più volte. Ma chi ha parlato? Chi ha protestato? Chi ci ha dato retta? È proprio necessario che gente che vive a 1200 Km da qua, debba sempre venire, anzi tornare, a guardare in casa nostra? Ed ancora, non avevo forse scritto, non più tardi di due giorni fa, in un mio corsivo, che non esiste in Italia una città disposta a tollerare un giornale come il Nuovo Dibattito? E doveva venire Gian Antonio Stella del Corriere della Sera a sotto lineare, addirittura ad inizio articolo, questa anomalia? Non si sentono punti sul vivo i Direttori dei più noti quotidiani locali? Non sembra loro una invasione di campo bella e buona? Io credo sia giunto il momento di riprendere in mano l’orgoglio di essere cittadini di Reggio e cominciare a dire pane al pane e vino al vino, senza infingimenti, senza paura di toccare simulacri, che ormai null’altro sono che giganti di cartapesta. Bisogna avere il coraggio di dire la verità su ogni cosa. Bisogna aver il coraggio di criticare. Non giova riempire la città di vacuità. Bisogna controbattere chi offende, a tutti i livelli, Reggio Calabria e le sue istituzioni, se queste non vanno. Se queste operano male, dobbiamo essere noi, per primi, utilizzando i mezzi della democrazia, a rimuoverle e sostituirle. Ribadisco, io non sono e non posso essere il giudice di Scopelliti, né mi ergo a tale. Non credo egli sia una persona poco onesta. E comunque, non sta a me stabilirlo. Ritengo che non abbia saputo ben governare, soprattutto perché, a mio sommesso avviso, si è attorniato di gente che tutto ha fatto, meno che operare per il bene della città. Ma in questo, è stato aiutato da una opposizione in parte inesistente, che oggi sembrerebbe averne preso coscienza, iniziando quanto avrebbe dovuto fare già da tempo. La cosa che non mi convince è questa raccolta di firme a rate. Una sorta di supplizio di Tantalo, tutto a scapito dei cittadini reggini, ed a favore di una stampa che, francamente, non mi sento di definire amica. Per affermare quanto a caratteri cubitali scrive Stella, evidentemente, si è servito, o meglio, è stato servito da un elemento locale… per così dire bene informato. Mi domando con grande angoscia, se non sarebbe stato più corretto informare la Magistratura e non il giornalista lombardo. Il veder soffrire la nostra città a chi giova? Ma, dimenticavo, Maramaldo non ha discendenti. Ma di avvoltoi se ne vedono circolare molti in questo periodo. Anche di quelli che, sotto mentite spoglie, hanno banchettato al tavolo di Scopelliti, non molto tempo innanzi. Non mi convince neppure il caro amico Santo Versace. Non può egli giudicare una città con una semplice passeggiata estiva sul lungomare Falcomatà. Se trova la Città migliorata, torni pure ad abitarla. Vivere a Reggio è un’altra cosa…