21 settembre 2006
Lo avevamo già detto in un editoriale di qualche giorno fa: ci stanno facendo vivere una realtà da fiaba! Quella di Pinocchio. Prima l’albero, nato dalla semina delle monete d’oro, con il gatto e la volpe che ci hanno convinto come e dove il sig. Sindaco abbia trovato la gran messe di danaro per la notte bianca dai grandi sperperi. Poi, dopo qualche giorno, si sente nell’aria la voce di Lucignolo che, in appoggio al felino ed al mammifero, ci vuole convincere che le spese sono state giuste e produttive. Ma la gran parte di Reggio, pur amando Collodi, non crede nelle favole e vive con i piedi per terra. Anzi, si ribella quando qualcuno vuole fare il furbo e vuole, a tutti costi, renderle credibili. Noi di RTV siamo cresciuti culturalmente ed anagraficamente. E poiché non siamo più bambini non facciamo i capricci. Non battiamo i piedi per terra perché vogliamo che ciò che diciamo sia creduto… altrimenti ci arrabbiamo. No, no, ci documentiamo. Rispettando i tempi della raccolta dei dati. E, soprattutto, verificando la veridicità delle fonti. Ora davvero nutriamo forti, fortissimi dubbi sul fatto che la Notte Bianca abbia consentito un guadagno di oltre 6 milioni di euro, come ha affermato il dottor Lucio Dattola, presidente della Camera di Commercio. Certamente lo avrà detto in assoluta buona fede, facendosi forte del suo Centro Studi. Ma noi, non apoditticamente, non gli crediamo. Ci viene difficile. Anche perché, se così fosse, consiglieremmo 365 notti bianche a Reggio Calabria. Tuttavia, nella speranza sincera di essere smentiti, abbiamo avviato le nostre ricerche, serie e documentate, per confrontare i nostri dati con quelli di Dattola. Per il momento, ispirandoci al mai dimenticato grido, che echeggiava alla Villa Comunale, davanti al Teatro dei burattini, ci viene spontaneo gridare: cala don Natale, magari, scherzosamente, cambiandolo con cala Don Lucio!!! Ma come credere a dati, così vistosamente, salva-Sindaco? A parte il fatto che, è fin troppo nota l’appartenenza politica del Presidente della Camera di Commercio e la sua vicinanza all’inquilino di Palazzo San Giorgio, non ci pare siano state messe a disposizione tabelle riassuntive contenenti dati oggettivi, ma, per dirla con lo stesso Dattola, i dati sono prudenziali e difficilmente contestabili. Come dire, non verificabili ed accettabili per fede. A nostro, non sommesso, modo di vedere, mancano i presupposti della veridicità. O, per dirla coi notai, bisogna prenderli col beneficio dell’inventario. E noi l’inventario lo faremo. I calcoli degli introiti hanno alla base la presenza di oltre trecentomila persone. Nulla quaestio. Ma benedetto Iddio, tutti hanno visto che la quasi totalità di esse veniva dai paesi limitrofi e dalla città stessa: quanti di noi hanno acquistato quella sera un mobile, un vestito, un paio di scarpe o che so io, che non avremmo potuto acquistare in un altro momento? Quante presenze estere ci sono state? Quanto hanno incassato gli ottocento negozi da clienti venuti, con denaro fresco, da altre città lontane? Da chi erano occupati gli alberghi, se non dalle compagnie impegnate negli spettacoli e, per di più, pagate dal Comune? Una volta per tutte. La notte bianca è un evento popolare bello ed aggregante, e noi siamo d’accordo con chi la acclama. Ma questo non vuol dire che si possa essere concordi con chi sperpera il denaro pubblico, ritenendo l’effimero più importante delle prime necessità del popolo,ed ancor di più con chi ne fa oggetto di propaganda. Cultura e non smargiassate! Valga un esempio per tutti, di come non sia stata la cultura, il motore dell’organizzazione: Piazza Sant’Agostino. Spettacolo lirico. Folla. Alto livello. La gente gradisce ma nota l’assoluta assenza di una qualche presentazione dei brani in programma. Come si può mai diffondere la cultura musicale se non si sa chi e che cosa sta suonando e cantando? A proposito, dott. Dattola, su quella piazza insistono molti negozi, uno dei quali a noi molto noto: incasso della serata zero euro, visitatori nessuno. Per fortuna che gli altri giorni c’è la fila! Da ultimo, nella sommarla giaculatoria in excelsis, ha dimenticato di esporre all’uditorio ed alla stampa il reddito da investimento più criticato dai Reggini: la passeggiata del Sindaco, consigliata dal probabile futuro assessore Lele Mora, con la Valeria Marini. Se tanto mi da tanto, dei centoventimila euro ne saranno ritornati milioni e milioni. Mi spiace, invece, che, contrariamente a quanto si confà ad un Presidente della Camera di Commercio, si sia lasciato andare a meschinelli mezzucci di dozzina, per captare la benevolenza di macellai e venditori di panini con la salsiccia. Nessuno li ha mai offesi. Il fatto è che le nozze non si fanno coi fichi secchi così come le feste popolari non si fauno solo con la salsiccia. A proposito… noi siamo stati per strada, quella notte. E Lei? Non pretendiamo di darle consigli, ma il commercio reggino, questa volta, a nostro sommesso parere, ha bisogno di ben altro che il far passare euro dalla tasca di un reggino a quella di un altro, come il gatto che si morde la coda. Le risorse devono arrivare da fuori, dai turisti che sbarcano nel porto turistico di Reggio che non c’è; all’Aeroporto dello Stretto che comincia ad esserci, ma costa ancora troppo, dai treni speciali che arrivano a Reggio, perché gli eventi sono di portata nazionale, folcloristici, storici, popolari, culturali e soprattutto nostri. Abbiamo molto da vedere e da offrire ai visitatori stranieri… anche, non solo il panino con la salsiccia.